Pillole di consulenza di carriera

Ode all’improvvisazione metodica: gli ossimori nella consulenza di carriera.

Amo gli ossimori perché descrivono la realtà più di ogni altra cosa.
Cogliendone la complessità.
Sottolineandone i paradossi.
Indebolendo ogni presunta verità.

Li ho scoperti grazie al professor Maia al liceo e al suo libro “Il dolce assenzio”.
Insieme alla crasi, le mie figure retoriche preferite. 

In un caso accostamento apparentemente bizzarro di due termini contrapposti, nell’altro unione e nascita di un’entità ibrida.

Entrambe mettono in discussione la normalità e coltivano il dubbio, l'apertura a un altro possibile, nuovo e diverso.

Apertura a mio avviso necessaria. Per non fermarsi. Per non distrarsi. Per perdere e riprendere il controllo. Una inquadratura sfocata.

Ed é ossimorica per certi aspetti anche la mia consulenza.

Che, in fondo, la prima risposta a quasi tutte le domande che mi ponete é DIPENDE.
A volte, addirittura, NON LO SO.

Una risposta che non piace a chi é alla ricerca di sicurezza, conferma, controllo, direzione.
L’unica risposta possibile se si vuole valutare e soppesare il singolo progetto di vita.

Non vi é certezza assoluta e generalizzata.

Il mio é in sostanza un lavoro basato su una costante improvvisazione metodica: pochissimi dati certi che devono confrontarsi con un mondo in trasformazione, un mercato del lavoro schizzofrenico e un cliente sempre nuovo.

Come in una Jam Session, dove solo la conoscenza dello strumento e la voglia di suonare rendono possibile la magia.

Questa la metafora che meglio si addice al mio lavoro, ma anche al lavoro che i miei clienti devono fare su sé stessi per imparare a navigare nel loro splendido mare, anche quando agitato e della terra ferma non vi é traccia.