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Le barriere al cambiamento.

Anni di colloqui mi hanno fatto capire che, al di là delle competenze e dell’esperienza, l’aspetto cruciale sia la motivazione al cambiamento.

Oggi, che al cappello da head hunter ho aggiunto quello da consulente di carriera, mi rendo però conto che alla motivazione al cambiamento segue inesorabilmente la resistenza al cambiamento.

Al desiderio di cambiare si affianca sempre la paura del nuovo.
Quando il futuro ipotizzato, e spesso intensamente cercato, diventa realmente possibile e concreto, la paura immobilizza e fa fare un passo indietro.

Lo sguardo torna alla situazione attuale e la tentazione di mantenere lo status quo è fortissima, per tutti.
Le “scuse” diventano numerose e si innesca il gioco psicologico del “Si, ma…”.
La rassicurazione di uno scenario conosciuto, del quale si conoscono, nel bene e nel male, le logiche, è più forte dell’attrazione verso qualcosa di nuovo, anche se migliorativo.

Sono infinite le barriere che noi stessi frapponiamo tra l’oggi e il futuro.
Sembra che le barriere siano un qualcosa di ricorrente nella mia vita.
La tesi di laurea sui muri di separazione.
Il Master in Counselling, per contrastare le barriere comunicative.
E, adesso, i muri mentali che costruiamo per paura di cambiare.

Un’altra riflessione personale:
dei numerosi post che quasi quotidianamente condivido, il video sul “non pensare troppo, pensaci bene” è quello che ha ottenuto più successo.
Non i post con contenuti rilevanti per imbastire strategie volte al cambiamento professionale o per affrontare i colloqui.
Un video con una donna seduta su una panchina, che aspetta.

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