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Il mio posto nel mondo.

Un anno fa mi licenziavo.

Dopo 15 anni di lavoro dipendente, una rincorsa molto lunga che ha subito numerosi rallentamenti, saltavo la staccionata.

Mai scelta fu, per me, più azzeccata.

Continuo in parte a fare le stesse attività di prima (la selezione del personale in primis) ma sembra essere cambiato tutto.

Mi sento padrona del mio tempo, pur non avendo mai lavorato tanti sabati e tante serate come negli ultimi mesi.
Mi sento libera, pur non essendo mai stata tanto responsabile dell’andamento economico del mio lavoro.
Mi sento contornata di persone, pur passando parte delle mie giornate sola davanti al computer.

È tutta la vita che penso all’idea di mettermi in proprio, ma mi è sempre sembrato un progetto difficile, lontano, quasi impossibile.

Devo ringraziare mio figlio, che è stato motore propulsore e acceleratore decisionale, e mio marito, che ha sempre creduto e anzi fortemente caldeggiato questa mia spinta.

Ora mi sento allineata.

Ho capito che non esiste un work life balace, perché work e life fanno parte dello stesso insieme.

La mia via lavorativa e quella privata sono sempre più commistionate, ed è arricchente per entrambi gli ambiti.

Insomma sono felice e soddisfatta.

Ho sempre lavorato tanto, con elevata autonomia e orientamento al risultato.
Ma ora posso dire di sentirmi efficace e appagata, utile e soddisfatta, parte di un qualcosa pur essendo un minuscolo esserino che si occupa di una minuscola cosa. Ho trovato il mio posto nel mondo.

Sono contenta e ho voglia di lavorare. Di costruire. E infatti sto costruendo, ma questa è un’altra storia e non voglio anticipare nulla.

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