Senza categoria

Individuare la propria unicità.

Due compagni di studi iniziano un percorso professionale nella stessa azienda, con lo stesso ruolo, vivono per anni il medesimo contesto, condividono la stessa quotidianità lavorativa con le stesse persone, conoscendo i medesimi clienti e i medesimi processi produttivi.
Diverranno identici? Inevitabilmente intercambiabili?
No.
Avranno comunque un approccio differente.

Quella che nel marketing viene definita USP (Unique Selling Proposition) cioè il punto di contatto tra i bisogni del mercato e il tratto distintivo di un prodotto, declinato sugli individui acquisisce una connotazione ulteriore.

Grazie al mio quotidiano lavoro di analisi delle competenze professionali (che siano di candidati che mi trovo a selezionare in qualità di head hunter o di clienti con cui mi confronto in qualità di consulente di carriera) ho capito che ognuno di noi ha un tratto distintivo, un’unicità.

Ed è su questa unicità che ritengo debbano essere basate le strategie di posizionamento professionale.

Non sto parlando di competenze trasversali o soft skills, o comunque non solo.

Mi riferisco a quell’inscindibile e irriproducibile mix di caratteristiche (competenze, attitudini, studi, famiglia, vocazione, esperienze, valori) che ci fa affrontare la vita in una maniera che è nostra e solo nostra.

L’impronta digitale che inevitabilmente imprimiamo anche sul lavoro.
Cercare di raccontare il nostro approccio, i nostri meccanismi più ricorrenti, può aiutare a individuare un posto nel mondo che ci sia aderente e complementare, la nostra zona di competenza e di unicità allo stesso tempo.

Ed emergere dalla concorrenza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *