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Comunic-Action! Games Le parole sono importanti.

Da che ne ho memoria mi stupisco di quanto siamo tutti profondamente diversi. 
Nel modo di parlare, pensare e vivere. Nel modo di affrontare le situazioni e raccontarle.

Per questo ci imbattiamo in risposte inaspettate e incomprensibili o altre volte siamo noi a essere fraintesi, nella vita professionale come in quella privata.

Credo molto nel potere delle parole e della comunicazione, e come selezionatrice mi sono interrogata spesso sui meccanismi che regolano la comunicazione, riconoscendola come un potenziale fattore di successo o di insuccesso dei candidati.

Le risposte a molte di queste domande le ho trovate nella scuola di counselling ad indirizzo analitico transazionale e nel conversazionalismo, che mi hanno permesso di acquisire informazioni sugli schemi che stanno dietro alle nostre modalità relazionali.

Nelle sessioni di counselling, nelle chiacchierate informali con amici e parenti, nei confronti con imprenditori e manager, emergono costantemente storie di vita e di lavoro influenzate da incidenti comunicativi, dove lo sliding door è la parola sbagliata.

Da qui, è maturata in me la volontà di creare uno strumento che potesse essere utile a tutti per sperimentarsi e imparare a conoscersi e comunicare meglio.

Una situazione che potesse mettere in luce i propri schemi relazionali, riconoscendone gli effetti sugli altri. Perché quello che ci capita nel mondo esterno è in larga parte risposta al nostro mondo interno, e prenderne coscienza è il primo passo per apportare eventuali cambiamenti.

Sono così nati i Comunic-Action! Games, un intervento formativo esperienziale in cui l’immaginazione e la creatività sono le componenti principali.

Un laboratorio sulla comunicazione e sul potere delle parole all’interno delle relazioni, rivisitazione in chiave business dei Giochi Finzionali di Gruppo di Rodolfo Sabbadini.

L’obiettivo è conoscere e migliorare la propria modalità comunicativa ricorrente in un contesto ludico, andando quindi ad agire anche su clima e team building. Consistono in una sessione recitativa improvvisata supervisionata da un conduttore nella quale i partecipanti possono far emergere e approfondire le loro modalità comunicative più ricorrenti e testarne di nuove, più funzionali.

Il protagonista - volontario - immagina una situazione di fantasia e inizia a condividerla con il gruppo. Con l'inserirsi degli altri interpreti il monologo diventa dialogo e poi piece teatrale.

Alla conclusione della storia inizia un lavoro di gruppo sui personaggi emersi, sulle parole pronunciate e sui sentimenti provati dai giocatori in base ai contributi altrui.

Il brainstorming che ne deriva ha l'obiettivo di migliorare la consapevolezza dei personali schemi comunicativi e di acquisire informazioni e spunti per modificarli quando necessario, divenendo un prezioso momento di auto-analisi nonché di reciproca conoscenza e sperimentazione di nuove modalità di approccio agli altri.

Perché le parole sono importanti. Parola di consulente di carriera.

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